dal Taccuino del Comandante Zeta

dal Taccuino del Comandante Zeta

sabato 15 agosto 2009

(3)

Arrivato ad una strana e sinistra massicciata dove campeggiava una lugubre e rozza croce di legno, anonima, mezza bruciacchiata (da un fulmine, pensò) si sedette, quasi accasciandosi, dalla fatica ma soprattutto dal caldo. Ad occhi chiusi, con tutto il corpo madido di sudore, sentiva già di vaneggiare, quando una mano gli toccò la spalla. Sussultò, ma la stanchezza era tale che non riuscì a scuotersi troppo; si voltò e vide una bambina, molto piccola, sui 4-5 anni, vestita dimessamente anche se un po’ troppo, considerando il caldo che stava facendo. Notò subito l’espressione serena della piccola e l’assoluta mancanza di sudore su di lei.
Mentre la stava ancora "studiando", si accorse che nell’altra manina aveva un piccolo orcio di acqua in atto di offerta. Oscar non si fece certo pregare e bevve un’acqua freschissima e buona, "come non ne aveva mai assaggiata", racconta lui un po’ esagerando…
Poi restituì il vasetto alla bimba e le chiese se conosceva il suo amico, se sapeva dove abitava. Lei, senza parlare, gli indicò una mulattiera che ad Oscar sembrò subito molto infausta, dissestata e piena di pietroni. Lui fece per salutarla ed attaccare la salita, ma lei fece cenno di volergli salire in braccio.
Oscar un po’ perplesso pensò che anche la bambina dovesse fare la stessa strada; era molto piccola e sicuramente leggerissima. Senza esitare la prese in braccio ed iniziò a salire con lentezza ma con buon ritmo. La piccola, che fino a quel momento non aveva profferito parola, improvvisamente, al primo ansimare di Oscar disse: "Quando pesa, posa!". Gentilmente, ma in tono imperativo, come spesso il suono di certi dialetti meridionali sa essere…

(continua)

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