dal Taccuino del Comandante Zeta

dal Taccuino del Comandante Zeta

martedì 9 settembre 2008

"Fiction" di Comandante Zeta

(1) IL PROSSIMO EPISODIO

in caso di attacco, non cambiare canale
ma chiudi la porta e difendi la nazione:
inzuppa una coperta e gettati nel fuoco,
mentre tutto intorno crolla,
esci portando in salvo il figlio del vicino

alla raffica contro i vetri,
gettati sotto il tavolo e ricarica la pistola

schiva d’un balzo, l’auto lanciata contro
e in ginocchio prendi la mira

punta la sedia contro la maniglia,
dietro il battente fatti smilzo e in agguato
trattieni il respiro

spara due colpi ad un lucchetto che non cedeva
poi fradicio di pioggia affronta in un vicolo cieco
la canaglia che ti deride,
ma qualcuno da dietro ti stordisce

legato alla sedia in ostaggio, allenta i nodi non visto
e affina i sensi per la riscossa

ai fendenti che l’altro sferra,
spezza una bottiglia e affonda
poi rotola lottando sul bordo del tetto
e mentre ti calpestano le dita,
con l’altra mano premi alla fine il detonatore

così, non reagire per vendetta ma difendi la giustizia,
che violata ha scritto col sangue il nome al muro:
con questo finale, andiamo al mondo vincitori.

Oscar Primo Review #6


(foto ricevuta da Oscar Primo)

"Tra le immagini di google" di DollArmy

Tra le immagini di google vado a caccia senza meta
e mi appare una foto con la scritta doppio zeta,
clicco e stenta un po’ ad aprire,
una pagina di testo con le foto da ingrandire:
dieci kit accessoriati di sopravvivenza varia,
tutti incellofanati sia strumenti che cibaria,
hanno vividi colori,
rutilanti plusvalori.


Col mio inglese da barista
cerco lumi nella lista,
hanno tutto per salvare
da violenze e dal nucleare:
acqua solo dentro buste,
confezioni di locuste,
buone a casa come in guerra,
coltivate nella terra,
maglie a stampa a finte foglie,
protezioni per le soglie,
apparecchi a schermo strano,
domopak come divano.


Nell’attesa di capire
quale kit sia il più adeguato
per salvare o conservare
la mia testa e il mio costato,
per saldare il contenzioso
della mia piatta esistenza,
forse il kit, quello costoso,
non mi basta e faccio senza.


(testo ricevuto da DollArmy)

Oscar Primo Review #5


(foto ricevuta da Oscar Primo)

"Apro ebay e giro stasera" di DollArmy

Apro ebay e giro stasera
sui regali non voluti:
li puoi mettere all’incanto,
non gettarli tra i rifiuti,
puoi piazzare anche il guanto
quello giallo coi foretti
dono della tua collega
che hai gradito a denti stretti.


Ogni è rigo un’occasione,
dischi vintage o di tendenza
giro un po’ da quelle parti
vedo un’asta che è in scadenza
una scritta: dino sarti
vorrei perder la prudenza
quattro euro in base d’asta
zero offerte e quattro ore,
certamente anche se aspetto,
non arriva un compratore.

Dopo tre ore e cinquanta
lancio l’urlo nella rete
ma ben presto son deluso:
se l’è aggiudicata uno
con un nome antico e greco,
che gli importa di quel disco,
mi lamento mentre impreco.

Ora l’asta è ormai finita
chiudo le mie connessioni,
e per l’asta di me stesso,
che da sempre va deserta,
ferme le contrattazioni,
resta solo la coperta.


(testo ricevuto da DollArmy)

Oscar Primo Review #4


(foto ricevuta da Oscar Primo)

"Popolo Poeta" di Comandante Zeta

VIA SMARRITA

per l’anniversario di occupazione,
grande festa tribale al canegiallo,
centro sociale che tormenta le notti del distinto quartiere
con sfrenate percussioni e chitarre distorte


nello stanzone dell’assemblea,
ridipinto per l’occasione dal collettivo colore
con terre in polvere e zuppe vegetali,
è previsto lo spazio poesia:
all’ora convenuta è presente
il solito branco di cani con fissa dimora,
che si azzuffa e amoreggia, abbaia e guaisce,
fiutando incerto lo scopo dei pochi in attesa,
mentre risuona costante nei muri
il tam-tam dei piani superiori

più tardi qualcuno si affaccia alla porta
e scivola sulla parete con una birra in mano
mentre inizia la lettura del reduce pluridecorato,
già incendiario di assemblea e stratega di cortei,
convertito a vecchiotto pacifista
in tour di promozione librario,
che rimesta gli antichi bagliori
fra la cenere del pessimismo globale

sale ora in pedana fra tiepidi consensi,
una ritinta insegnante in rivalsa sul tempo
che compone a ritroso l’album dei formidabili anni,
indossando i costumi che all’epoca aveva ignorato
e si sgola a rianimare fremiti datati

dopo questi esempi del destino crudele
di scampare alla propria gioventù,
si risale dagli ormoni declinanti a più vivaci ardori verbali
con schizzi di kappa e zeta
sull’apatico gruppetto rimasto in ostaggio

finchè l’ennesimo guasto all’impianto precario,
dopo tante parole per pochi,
fa ripiegare utilmente su tamburi e canne per tutti,
a lume di candela.