dal Taccuino del Comandante Zeta

dal Taccuino del Comandante Zeta

sabato 15 agosto 2009

(2)

Ma sulla magia e sulla superstizione, beh, lì i dubbi, le incertezze ed un velo di espressione intimorita lo caratterizzavano in maniera al tempo stesso divertente ed affascinante. A tal proposito ricordo un evento, un racconto che mi fece e che mi suscitò parecchie sensazioni contrastanti.
Una estate di tanti anni fa, Oscar si trovò dalle parti di un paesino, vicino a Benevento, alla ricerca di un amico che lo aveva invitato e, a detta sua, gli aveva fornito scarsi ragguagli topografici per poterlo trovare (i cellulari non esistevano ancora!).
In una ora insopportabile per il caldo, tra le 13 e le 15, si trovò sbarcato s’una anonima strada sterrata, calcinata e polverosa in una campagna assetata e semidesertica, in cui
lo avevano lasciato senza indicazioni comprensibili, dato che l’autista del pullman parlava solo in dialetto. Si guardò in giro e vide, sulla sommità di una collina lontana, alcune case rurali che decise di raggiungere per saperne di più.
"Arrivato dove ti lascia il pullman, tu scendi e alla prima persona che incontri chiedi di me, vedrai che ti dirà dove sono: qui in campagna ci conosciamo tutti!". Questo gli disse l’amico e lui pensò subito che qualcosa non sarebbe andata bene (le solite incertezze…). E poi…chiedere si, ma…a chi? Non c’era anima viva tranne qualche lucertola ai bordi della strada. Fra l’allucinato ed il prossimo allo svenimento, Oscar s’incamminò comunque.

(continua)
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