dal Taccuino del Comandante Zeta

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venerdì 19 giugno 2009

Appunti del Sergente Fionda di Salice_5

IRRUZIONE

Seduto sul letto della pensione "Da Gemma e Osvaldo",
il sergente pensava alla colonia marina che da bambino aveva

frequentato in Versilia, al Lido Di Camaiore.
Si lasciò andare a quei ricordi e si addormentò ancora vestito.

Fuori aveva smesso di nevicare e la notte
si era fatta ancora più scura.

Alle tre e 10 minuti

qualcuno bussò alla porta della numero 22:
"Apra la porta! Polizia anti-lettura!".
Il sergente fece un balzo, aprì la finestra del quarto piano,
fu avvolto dal gelo della notte e si gettò nel vuoto.

Per una frazione di secondo ebbe il terrore
che gli scarponi da lui costruiti non funzionassero

per via della T troppo rigida,
invece dalle calzature uscì uno sbuffo biancastro e un sibilo.
Fionda sospirò profondamente e urlò in esperanto

"Venite a prendermi, sbirri maledetti!"
Qualche sparo gli passò vicino ma il propulsore "Volos"

funzionava meravigliosamente
e in pochi minuti il sergente era alla periferia di Berna,

mezzo assiderato ma vivo.

(continua)

(testo ricevuto dal Sergente Fionda di Salice)
.

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