dal Taccuino del Comandante Zeta

dal Taccuino del Comandante Zeta

martedì 9 settembre 2008

"Popolo Poeta" di Comandante Zeta

VIA SMARRITA

per l’anniversario di occupazione,
grande festa tribale al canegiallo,
centro sociale che tormenta le notti del distinto quartiere
con sfrenate percussioni e chitarre distorte


nello stanzone dell’assemblea,
ridipinto per l’occasione dal collettivo colore
con terre in polvere e zuppe vegetali,
è previsto lo spazio poesia:
all’ora convenuta è presente
il solito branco di cani con fissa dimora,
che si azzuffa e amoreggia, abbaia e guaisce,
fiutando incerto lo scopo dei pochi in attesa,
mentre risuona costante nei muri
il tam-tam dei piani superiori

più tardi qualcuno si affaccia alla porta
e scivola sulla parete con una birra in mano
mentre inizia la lettura del reduce pluridecorato,
già incendiario di assemblea e stratega di cortei,
convertito a vecchiotto pacifista
in tour di promozione librario,
che rimesta gli antichi bagliori
fra la cenere del pessimismo globale

sale ora in pedana fra tiepidi consensi,
una ritinta insegnante in rivalsa sul tempo
che compone a ritroso l’album dei formidabili anni,
indossando i costumi che all’epoca aveva ignorato
e si sgola a rianimare fremiti datati

dopo questi esempi del destino crudele
di scampare alla propria gioventù,
si risale dagli ormoni declinanti a più vivaci ardori verbali
con schizzi di kappa e zeta
sull’apatico gruppetto rimasto in ostaggio

finchè l’ennesimo guasto all’impianto precario,
dopo tante parole per pochi,
fa ripiegare utilmente su tamburi e canne per tutti,
a lume di candela.

Nessun commento: